Il futuro del mercato immobiliare residenziale in Italia

Positivo il residenziale con preferenza per l’acquisto e più attenzione ai servizi integrati negli edifici. Ecco i risultati del Report di Scenari immobiliari sulle case e la domanda del futuro.
Dal report di Scenari immobiliari “La nostra casa e la domanda del futuro” realizzato in collaborazione con Abitare Co., emerge una situazione positiva per il residenziale in Italia: più del 50% delle famiglie dichiara di voler cambiare casa nei prossimi due anni e quasi tutte, complici i tassi ancora molto bassi, propendono per l’acquisto. A differenza del periodo pre-covid, gli acquirenti oggi hanno le idee molto più chiare sulle caratteristiche delle loro future abitazioni, che devono essere spaziose, luminose, ecologiche e accessoriate con servizi innovativi e integrati.

Spaziosa, accessoriata, tecnologica: ecco la casa del futuro per gli italiani

Non rallenta dunque la corsa del mercato immobiliare residenziale. La crisi tanto temuta durante i periodi più bui della pandemia non ha colpito il settore come ci si aspettava, ma lo ha spinto verso direzioni nuove. Secondo il Report di Scenari Immobiliari, oggi la richiesta di spazi aperti come terrazzi e giardini è maggiore rispetto a periodo pre-covid e anche le metrature desiderate sono un po’ più ampie del passato. Ma la vera novità post pandemia sta nell’attenzione rivolta alla presenza di nuovi servizi all’interno del condominio. Non solo quelli più “classici”, come il portierato o gli strumenti per la sicurezza, ma anche spazi per il delivery, giardini condominiali, palestra, ambienti studiati per coworking e così via. Servizi ricercati soprattutto sugli immobili in locazione, spesso vecchi ed obsoleti, nella cui scelta il fattore emozionale gioca un ruolo secondario rispetto a quanto accade nelle compravendite. È quanto afferma Francesca Zirnstein, direttore generale di Scenari immobiliari, secondo la quale saranno questi servizi la carta vincente da giocare per permettere alle operazioni di distinguersi e avere tassi di assorbimento e prezzi più alti.

I problemi da affrontare: materie prime e filiera delle costruzioni

Dal rapporto emergono anche alcune criticità che, seppur non gravi, colpiranno il settore immobiliare nei prossimi anni. Innanzitutto, i costi delle materie prime. Secondo Alessandro Caltagirone, “non ci sono semilavorati per costruire, i materiali si trovano solo a prezzi più cari. Se la situazione permarrà nel futuro, i rincari verranno trasferiti sull’utente finale”. Una situazione che però, aggiunge il vice presidente di Immobiliare Caltagirone, dovrebbe essere contingente e non permanente.
Altro problema da non sottovalutare riguarda la filiera delle costruzioni, come evidenziato da Roberto Busso: secondo l’AD di Gabetti property solutions, a seguito dei bonus stanziati negli ultimi anni, le piccole imprese saranno occupate per i prossimi 3 anni. Questo dato può mettere a rischio il corretto andamento di un cantiere nei prossimi anni. Ancor più che sui tenant o gli acquirenti, sarà quindi importante porre l’attenzione su chi costruisce il nuovo prodotto. Il mercato immobiliare dovrà prendere atto di queste criticità e trovare il modo di affrontarle per disinnescane gli effetti negativi sul lungo termine.

Le conclusioni del report e la vera sfida futura del mercato immobiliare

La situazione del mercato immobiliare che emerge dal report di Scenari immobiliari è nel complesso positiva, pur se inficiata da alcune ombre che, però, appaiono poco minacciose. Lo confermano le parole di Emanuele Caniggia, AD di DeA Capital Re SgR, secondo il quale “dopo il 2020, dall’incertezza siamo passati all’entusiasmo, abbiamo imparato che la situazione, per quanto imprevedibile, si può gestire e si sta vivacizzando la voglia di investimento”. Ed in effetti la locazione resta lenta per il residenziale ma è già ripartita per gli uffici, l’interesse per le transazioni si manifesta anche nelle piazze secondarie (grazie anche alla delocalizzazione sul lavoro post covid). Il mercato immobiliare in Italia sta vivendo un vero e proprio boom, seppure un po’ frammentato (ci sono città come Milano che sono già partite, altre che stanno partendo e città ancora in stagnazione). Inoltre, c’è una grossa fetta di risparmio privato accumulato che fa gola al mercato immobiliare: se anche solo una piccola parte finirà sul mercato, i capitali da gestire saranno enormi. La domanda, quindi, c’è ed è molto chiara. La vera sfida futura del mercato immobiliare sarà quella di riuscire a creare un prodotto che possa rispondere tempestivamente e nel modo migliore ai bisogni degli investitori.

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