Il futuro promettente dell’equity crowdfunding

L’equity crowdfunding italiano gode di ottima salute. E’ questo il messaggio principale che i dati di crescita del numero delle offerte e degli importi raccolti ci raccontano. Da gennaio 2018 ad oggi, infatti, il comparto dell’equity crowdfunding ha transato quasi trenta milioni di euro, un balzo quasi del 200% rispetto ai dodici milioni raccolti nell’intero 2017. Lato piattaforme, non può che farci piacere la notizia che i colleghi di Crowdfundme, portale leader nel segmento delle startup, stiano effettuando un roadshow presso investitori istituzionali, propedeutico alla quotazione della società sul mercato AIM nelle prossime settimane.

Il modello sembra ormai validato, soprattutto se si guardano i valori registrati nei mercati comparabili all’Italia -Regno Unito, Germania, Francia in particolare – al punto che gli organi regolatori italiani ed europei, stanno lavorando per accelerare la crescita del settore e armonizzarne il funzionamento a livello comunitario.

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A fine ottobre, la CONSOB, l’autorità di vigilanza sulla borsa che vigila anche sui gestori di piattaforme di equity crowdfunding, ha infatti rimosso il limite di 500 investitori per campagna. Finora non era possibile superare questo tetto; la presenza di 500 investitori avrebbe infatti trasformato la startup in “emittente di titoli diffusi”, con obblighi di informativa comparabili a quelli di una società quotata. Inoltre, con la delibera n. 20686 del 9 novembre 2018, la Commissione ha deliberato l’incremento della soglia di esenzione dall’obbligo di prospetto da cinque a otto milioni di euro per tutte le offerte al pubblico di prodotti finanziari effettuate dagli emittenti, comprese quindi le offerte di equity crowdfunding.

A livello comunitario, invece, la Commissione degli affari economici e monetari (ECON) ha approvato lunedì 8 novembre le linee guida prospettiche per il funzionamento di piattaforme autorizzate ad operare a livello paneuropeo (qui il comunicato). Le piattaforme che volessero operare cross-border dovranno comunque ottenere l’autorizzazione dagli organi di vigilanza nazionali, suggerisce la bozza di regolamentazione. Uno dei punti di maggior rilievo, a nostro avviso, sta nell’allineamento del limite per raccolta da un milione di Euro, della prima versione della bozza, ad otto milioni di Euro, in linea con le pratiche adottate in Germania, Regno Unito e dal 9 novembre anche in Italia.

Siamo fiduciosi che un limite di otto milioni di Euro, unito alla possibilità di canalizzare investimenti provenienti da tutto il bacino comunitario, possano contribuire grandemente a consolidare il crowdfunding come strumento di approvvigionamento di capitali volti a stimolare la crescita delle piccole e medie imprese europee. L’ECON, che ha approvato il testo con 38 voti favorevoli contro 5 contrari, può ora entrare in trattativa con la Commissione Europea ed il Consiglio dell’Unione Europea per l’effettiva messa in atto della regolamentazione, che ci auspichiamo possa avvenire quanto prima.

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