Tassazione dell’equity crowdfunding: novità e opportunità

Uno sguardo alla nuova tassazione sugli investimenti immobiliari introdotta dalla legge di bilancio 2020 e alle opportunità offerte dai PIR alternativi fai-da-te a chi investe nel real estate equity crowdfunding.

La legge di bilancio 2020 introduce una nuova tassazione anche per chi investe in un progetto immobiliare attraverso piattaforme di equity crowdfunding. A disposizione  degli investitori però intervengono i PIR alternativi, nati per supportare le imprese ma che offrono nuove opportunità anche agli investitori.

Equity crowdfunding: che cos’è e come funziona

L’equity crowdfunding è una innovativa forma di finanziamento e investimento, nata negli ultimi vent’anni e già diffusissima in Italia e nel resto dell’Europa. A differenza dei tradizionali fondi immobiliari, il real estate equity crowdfunding consente asoggetti privati di finanziare società di sviluppo immobiliare sfruttando strumenti innovativi  piattaforme specializzate nella raccolta di capitali. In questo contesto il lavoro delle piattaforme di equity crowdfunding come Concrete Investing diventa fondamentale nell’affiancare gli investitori nella scelta, fornendo loro tutti gli strumenti per un’analisi adeguata dei progetti immobiliari .

La nuova tassazione sugli investimenti immobiliari e sull’equity crowdfunding

La legge di bilancio 2020 (n. 160 del 27 dicembre 2019) ha modificato la tassazione sugli investimenti immobiliari, portando l’aliquota sulla plusvalenza dal 20% al 26%. La nuova normativa, dunque, applicabile dal 1° gennaio 2020, tratta l’investitore privato al pari di una società, già tassata al 26% prima della riforma. Questo intervento legislativo ricade anche sugli investimenti effettuati mediante una piattaforma di crowdfunding immobiliare: anche sugli interessi percepiti tramite questa modalità di investimento è infatti addebitata l’aliquota del 26%. A fronte di tale evoluzione, un’opportunità importante a disposizione degli investitori privati è rappresentata dai  cosiddetti PIR alternativi che, se ben utilizzati, offrono la possibilità di godere di enormi vantaggi fiscali. Vediamo in breve di cosa si tratta.

PIR alternativi: le opportunità per l’equity crowdfunding

I PIR alternativi fai-da-te sono stati introdotti col Decreto c.d. “Rilancio” (d.l. 19 maggio 2020, n. 34) per incentivare gli investimenti da parte di privati nell’economia del Paese dopo la crisi causata dalla diffusione del Covid. Si tratta di una nuova categoria di PIR che, rispetto ai Piani Individuali di Risparmio del 2017, offre ancora più vantaggi, soprattutto fiscali: la normativa infatti prevede, per questo tipo di strumenti, l’esenzione dalle imposte di successione e nessuna tassazione sugli interessi. Nella sostanza il vantaggio si traduce nel 26% di risparmio fiscale sulle plusvalenze.

Un vantaggio non da poco, di cui oggi può godere anche a chi investe nel settore immobiliare tramite piattaforme di equity crowdfunding, come Concrete Investing. L’Agenzia delle Entrate infatti, con una recente circolare (29 dicembre 2021, n. 19/E) ha chiarito che possono essere oggetto di investimento tramite il PIR Alternativo (nella c.d. quota obbligatoria che deve essere pari almeno al 70%) anche le quote di S.r.l., forma societaria solitamente utilizzata per la raccolta di capitali tramite piattaforme di crowdfunding.

Per avere maggiori informazioni sul funzionamento dei PIR alternativi e sulle modalità di ricorso a questo strumento per la gestione dei propri investimenti immobiliari è possibile scrivere a info@concreteinvesting.com. Per conoscere più nel dettaglio la nostra piattaforma di equity crowdfunding immobiliare e i progetti proposti da Concrete Investing è invece sufficiente iscriversi, con la propria mail, sul nostro portale.