Cosa fa e che cos’è l’Arpa?

L’ARPA, Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, è un ente della pubblica amministrazione italiana. 

In ogni Regione è costituita un’Agenzia che svolge prevalentemente attività di controllo e vigilanza sul rispetto delle norme vigenti in materia ambientale.

In particolare, in Italia sono presenti: 19 ARPA regionali, 2 ARPA nelle Province autonome di Trento e Bolzano e l’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale). 

Le Agenzie furono istituite in seguito ai referendum abrogativi del 1993, aventi ad oggetto alcune norme contenute nella Legge 23 dicembre 1978, n.833, con cui era stato istituito il Servizio Sanitario Nazionale (cd. SSN).

Furono così eliminate le competenze di vigilanza e controllo del SSN, che tuttavia continuarono ad essere esercitate dai presidi multinazionali di prevenzione (PMP) delle unità sanitarie locali, fin quando il Parlamento affidò tali compiti ad apposite agenzie regionali.

Con Legge 21 gennaio 1994, n. 61, con cui veniva convertito il decreto legge n. 496/93, furono dunque istituite Agenzie regionali e l’Agenzia nazionale per la protezione dell’ambiente, poi divenuta Agenzia per la protezione dell’ambiente e per i servizi tecnici (APAT), e in seguito confluita nell’ISPRA.

Dal 1994 ad oggi sono stati tramutati tutti i PMP in ARPA, fino ad arrivare a 19 agenzie regionali e due nelle province autonome, che costituiscono l’ISPRA, il sistema nazionale per la protezione ambientale istituito con Legge n. 132/2016.

Funzioni dell’Arpa per il territorio

Oggi l’Arpa svolge numerose funzioni, tra cui:

  • Controllo di fonti e fattori di inquinamento dell’aria, dell’acqua e del suolo. 

A riguardo, studia matrici ambientali, al fine di definire gli interventi più idonei a preservarle.

  • Controllo di fattori di inquinamento acustico ed elettromagnetico.
  • Svolge analisi di laboratorio.

Nei laboratori ARPA Lombardia ogni anno vengono analizzati 30.000 campioni di acqua, terreni e gas, per un totale di oltre 600.000 parametri.

A tal fine vengono usate tecniche di laboratorio conformi alle norme di legge, affidabili e confrontabili con quelle usate nei laboratori nazionali e internazionali.

  • Monitora componenti ambientali, come il clima, la qualità dell’aria e delle acque.

La qualità dell’aria, ad esempio, viene monitorata attraverso l’analisi di diversi fattori, tra cui: il contesto geografico e produttivo, l’andamento meteorologico e l’evoluzione dei valori nel tempo.

  • Controllo e vigilanza del rispetto della normativa vigente e delle prescrizioni dei provvedimenti emanati dalle Autorità competenti in materia ambientale.
  • Supporto tecnico- scientifico, strumentale ed analitico a Regioni, Province e Comuni
  • Sviluppo di un sistema informativo ambientale di supporto agli enti istituzionali, a disposizione delle organizzazioni sociali.

La bonifica dei terreni e delle aree industriali

Con l’evoluzione delle tecnologie e la modifica dei mercati industriali, molte grandi aree sono state abbandonate per delocalizzare le produzioni o per modifica dei processi produttivi.

Questo ha portato al diffondersi di intere aree industriali dismesse, per le quali si è rivelato necessario un intervento di bonifica.

Recuperare un’area industriale dismessa è un’operazione complessa, che si svolge in diverse fasi:

  • Ricostruzione della storia del sito 
  • Analisi dei terreni, della falda acquifera e di tutte le matrici che possono essere state coinvolte 
  • Elaborazione di un progetto di bonifica che deve essere approvato dalle autorità competenti, tra cui l’ARPA
  • Si procede alla realizzazione del progetto, rimuovendo tutto ciò che può essere pericoloso
  • Infine una nuova analisi, per verificare che i parametri rientrino nei valori di legge. In questo caso viene rilasciato il certificato di avvenuta bonifica e l’area diviene nuovamente disponibile.

Arpa e Concrete Investing

Numerosi sono i progetti che Concrete Investing propone ai finanziatori dopo che siano state svolte le attività di bonifica e dopo che siano stati ottenuti i relativi certificati.

Così, ad esempio, Anfiteatro 7: il progetto proposto dopo l’approvazione della Commissione per il Paesaggio, è stato oggetto di attività di demolizione, scavo e bonifica che sono state validate dall’ARPA, ottenendo il certificato di avvenuta Bonifica.

Lo stesso vale per Grazioli 59 e Rismondo 110, per cui ARPA e il Comune in entrambe le costruzioni finanziate da Concrete Investing, ha rilasciato la presa d’atto circa la non necessità di ulteriori opere di bonifica.

Proporre progetti per cui sono concluse e certificate le attività di bonifica riduce il rischio autorizzativo, ossia il rischio che lo Sviluppatore non ottenga tempestivamente le autorizzazioni necessarie per la realizzazione del progetto. Questo rischierebbe di dilatare eccessivamente le tempistiche, in quanto i tempi di autorizzazione non sono spesso prevedibili e variano da Comune a Comune.

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